Impianti antincendio
Certificazione finale e conformità normativa
Installazione professionale di impianti antincendio
L’installazione dell’impianto rappresenta la fase operativa che segue il processo di progettazione. Questa attività viene realizzata per diverse tipologie di contesti, utilizzando la soluzione tecnica più adeguata individuata durante la fase preliminare. La scelta tiene conto delle caratteristiche architettoniche degli spazi e della loro destinazione d’uso, con l’obiettivo primario di garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone presenti. Durante l’installazione, la priorità è sempre assicurare l’impiego delle tecnologie e dei materiali più avanzati disponibili sul mercato, eseguendo il progetto con professionalità e competenza massime. Il processo di installazione si conclude generalmente con il collaudo del sistema, ovvero il primo controllo finalizzato a verificarne il corretto funzionamento in tutte le sue parti e componenti. Al termine dell’installazione, viene rilasciata la certificazione dell’impianto antincendio, conforme a quanto previsto dalla normativa vigente. Questo documento attesta le caratteristiche del sistema e dei materiali impiegati, in conformità alle competenze tecniche e alle qualifiche dei tecnici responsabili.

Sistemi per il rilevamento automatico
La nostra azienda si occupa della progettazione e realizzazione di impianti convenzionali e analogici, con centrali assemblate direttamente nella nostra officina. I sistemi di rilevazione incendi sono spesso integrati con quelli di rilevazione gas e le centrali EVAC, garantendo una gestione ottimizzata delle logiche operative, in linea con le esigenze dei clienti per l’attivazione delle procedure di allarme. Sistemi convenzionali: Sono caratterizzati da una struttura suddivisa in zone, dove ogni area è protetta da gruppi di rilevatori collegati a una specifica zona della centrale. Questa tipologia di sistema, semplice ed economica, è ideale per piccoli edifici o ambienti a basso livello di rischio. Sistemi indirizzati: Ogni rilevatore dispone di un indirizzo univoco, consentendo alla centrale di individuare esattamente il punto di attivazione. Questi sistemi offrono una gestione degli eventi più precisa ed efficiente, risultando particolarmente indicati per edifici complessi o ad alto rischio. Sistemi a campionamento: Operano aspirando l’aria dalle aree protette tramite tubazioni e analizzandola per individuare eventuali tracce di gas o fumo. Garantiscono una copertura uniforme e ad alta precisione, ideali per grandi spazi o ambienti dove ci sono limitazioni per l’installazione dei dispositivi. Il nostro team di Project Manager si occupa, durante la fase di progettazione, della verifica delle performance e della copertura delle apparecchiature dedicate alla rilevazione incendi e gas, nonché dei sistemi per la diffusione del suono. Tale processo assicura un’adeguata copertura in funzione delle specificità dei processi produttivi, delle geometrie degli spazi e del livello di rumorosità rilevato nelle aree interessate.
Impianti di spegnimento ad acqua
Un team di tecnici altamente qualificati gestisce le diverse fasi operative, analizzando le criticità degli impianti e valutando le esigenze specifiche di ciascun cliente. L’obiettivo è proporre e implementare la soluzione antincendio più idonea e performante. Gli impianti idrici antincendio rappresentano sistemi progettati per prevenire, controllare ed estinguere incendi, applicabili nei settori industriale, commerciale e residenziale. Essi garantiscono una fonte di acqua pressurizzata, distribuita in modo efficiente per l’uso diretto da parte dei vigili del fuoco o per l’attivazione automatica dei dispositivi di spegnimento. Questi sistemi assicurano un approvvigionamento affidabile d’acqua, proveniente dalla rete idrica pubblica, da serbatoi di accumulo o da pozzi dedicati. La distribuzione avviene attraverso una rete di tubazioni ingegnerizzata specificamente per coprire l’intero edificio o area servita. Le tubazioni sono strategicamente posizionate per consentire una diffusione rapida ed efficace dell’acqua in caso di emergenza. Spesso questi impianti sono integrati con sistemi di allarme antincendio: al rilevamento di un incendio, l’allarme attiva automaticamente l’impianto idrico, facendo sì che l’acqua venga rilasciata tempestivamente per domare le fiamme o contenerne la propagazione. I diversi dispositivi utilizzati per la distribuzione dell’acqua includono idranti esterni ed interni, sprinkler (spruzzatori automatici), cannoni ad acqua e monitor di distribuzione. Alcuni di questi impianti sono dotati anche di sistemi di pompaggio per aumentare la pressione dell’acqua, garantendo così una copertura uniforme sull’intera area servita. In determinate configurazioni, possono essere presenti serbatoi di accumulo che fungono da riserva d’acqua, assicurando continuità operativa anche in caso di interruzioni nella fornitura idrica esterna. Conformemente alle normative vigenti, gli impianti idrici antincendio richiedono manutenzione e ispezioni periodiche. Questi interventi hanno lo scopo di verificare il corretto funzionamento di tutti i componenti e garantire che l’intero sistema sia sempre pronto per affrontare un’eventuale emergenza.
Impianti di soppressione per filtro a prova di fumo
Nell’ambito della prevenzione incendi, il controllo del fumo e del calore rappresenta un elemento essenziale nella strategia complessiva di sicurezza antincendio. Questo perché il pericolo principale per le persone coinvolte durante un incendio non proviene soltanto dalle fiamme e dal calore, ma soprattutto dall’azione combinata dei gas tossici e del fumo. Pertanto, una progettazione antincendio accurata richiede l’adozione di sistemi e dispositivi specifici che consentano il controllo, l’evacuazione o lo smaltimento dei prodotti della combustione per minimizzare i rischi in caso di emergenza. In questo contesto, il locale “filtro a prova di fumo” si configura come un supporto cruciale per il progettista antincendio. La sua funzione è duplice: non solo consente di creare una compartimentazione efficace che limita la propagazione dell’incendio a determinate aree per un tempo prestabilito, ma impedisce anche l’ingresso di fumi e gas tossici provenienti da compartimenti adiacenti. L’inserimento di un locale filtro tra due compartimenti garantisce quindi un’efficace separazione tra gli stessi, proteggendo il compartimento non interessato dall’incendio dagli effetti dannosi del compartimento adiacente. Sebbene il locale filtro “a prova di fumo” sia una delle soluzioni più semplici e immediate per realizzare una compartimentazione protettiva, esistono alternative, come evidenziato al paragrafo S.3.5.3 del Codice di Prevenzione Incendi (CoPI). Tuttavia, queste soluzioni sono spesso più complesse da attuare e comportano costi economici più elevati, come nel caso della pressurizzazione dell’intero compartimento. Per assicurare le prestazioni richieste e rispettare le normative, il locale filtro “a prova di fumo” può essere progettato secondo diverse modalità, tra cui: – Un sistema che mantenga in sovrappressione il locale con almeno 30 Pa in condizioni di emergenza; – Un camino per lo smaltimento dei fumi d’incendio e per la ripresa d’aria dall’esterno, adeguatamente dimensionato con una sezione minima pari a 0,10 m²; – Un’aerazione diretta verso l’esterno tramite aperture con una superficie utile complessiva minima di 1 m², escludendo l’impiego di condotti. Queste tipologie sono definite dal CoPI (paragrafo S.3.5.5), il quale ha aggiornato le precedenti disposizioni previste dal D.M. 30 novembre 1983, ancora valide per le attività soggette a prevenzione incendi secondo norme tecniche anteriori e specifiche rispetto al CoPI stesso. In linea con gli sviluppi normativi europei, il CoPI impone specifiche limitazioni per il locale filtro “a prova di fumo”, che deve essere monopiano e di superficie lorda contenuta. In caso di pressurizzazione del locale filtro, è richiesto il mantenimento della sovrappressione a 30 Pa in situazioni di emergenza. Per contro, qualora si opti per la pressurizzazione dell’intero compartimento, è necessario seguire le indicazioni progettuali contenute nella norma UNI EN 12101-13 (precedentemente UNI EN 12101-6) e rispettarne i requisiti prestazionali, quali la sovrappressione, la velocità del controflusso d’aria e la forza massima inferiore a 100 N. La normativa CoPI ha introdotto tale approccio come soluzione conforme agli sviluppi europei, dove la pressurizzazione è particolarmente applicata ai vani scala. Pertanto, è indispensabile considerare con attenzione la strategia antincendio basata su una rigorosa valutazione dei rischi. Questa analisi consente di scegliere correttamente i requisiti prestazionali che devono essere alla base della progettazione di sistemi di protezione attiva. Le soluzioni di pressurizzazione disponibili non sono universalmente valide: è necessario valutare caso per caso il contesto specifico, i rischi e la strategia antincendio al fine di identificare l’opzione più adatta sotto il profilo tecnico, economico e prestazionale richiesto.
Impianto di estrazione fumi e calore
Un incendio all’interno di un ambiente provoca la formazione di uno strato d’aria più calda che si accumula sopra uno strato d’aria più fredda. Gli Evacuatori Naturali di Fumo e Calore (ENFC) sfruttano il gradiente termico naturale tra fluidi a diversa temperatura e densità, consentendo l’evacuazione dei fumi e del calore. Questo garantisce l’assenza di fumo in uno strato prossimale al pavimento, facilitando sia l’evacuazione degli occupanti degli edifici sia l’ingresso dei Vigili del Fuoco per affrontare l’incendio. Durante un incendio, i fumi si raccolgono nella parte superiore della compartimentazione, nota come “serbatoio”, e vengono espulsi tramite gli ENFC, che si attivano automaticamente al rilevamento dell’allarme antincendio. Questi dispositivi non necessitano di sistemi ausiliari per la movimentazione dei fumi e possono essere impiegati, ove opportuno, anche per la ventilazione ordinaria. Gli Evacuatori Naturali di Fumo e Calore vengono sottoposti a test e certificati conformemente alla norma EN 12101-2:2017, che ne definisce i requisiti tecnici e i metodi di prova.